Post by estatePost by Vincenzo Del Pianointerpretare un'immagine è altra cosa dal vedere-e-basta: vedere
... lo fanno tutte le creature dotate di vista; interpretare le immagini
(e
Post by Vincenzo Del Pianofar diventare "figura" una cosa -macchie di colore!- che sta su un pezzo
di
Post by Vincenzo Del Pianocarta) lo fa l'Uomo ... e *possono* farlo le altre creature che hanno la
vista.
In che modo avviene il processo di collegamento tra immagine (come
macchia di colore priva di significato in sé) e figura (come immagine
p. es: quella macchia scura che corre la riconosco come topo, quindi
quella macchia E' un topo)?
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E' necessaria la capacità di <<astrazione>>, ossia il "saper fare una
modifica/approssimazione" della cosa percepita (macchie di colore) per
"farla diventare (mentalmente) altro" da ciò che è.
Per es ... si valuta che gli Uomini "primitivi" acquisirono la capacità
astrattiva quando cominciarono a "saper far diventare" (mentalmente) alcuni
segni sulle pareti della caverna ... il disegno di loro stessi a caccia di
bisonti.
Senza questa capacità (che è solo umana, almeno in maniera stabile e
generalizzabile ...) un segno di carbonella su una parete ... resta un segno
di carbonella.
Si tratta di una capacità altamente specifica, che si applica a -diciamo
così ...- "oggetti reali"; tanto da dare vita alle Arti quali Pittura e
Scultura ... che per l'Uomo non sono soltanto nè "macchie" nè "forme".
Quanto alla "macchia scura" che dovrebbe essere riconosciuta come <<topo>>
:-))) ... non è facile come sembra: la macchia -per es. ...- è piatta e non
tri-dimensionale; può essere "fuori dal contesto", e quindi "improbabile" e
inattesa nella sua significatività; "eccetera".
Per un gatto non è come per l'Uomo, che -se "sa" di che si tratta-
riconoscerebbe un Picasso anche se lo trovasse in una cantina invece che in
un salone; il Picasso in cantina ... al gatto apparirebbe verosimilmente uno
straccio attaccato a un po' di legnetti. :-)))
Peraltro, questa capacità astrattiva, umana-e-basta ... non ha nulla a che
vedere con la <<capacità immaginativa>> che è quella per la quale si riesce
a immaginare (costruire l'immagine mentale) di qualche cosa come ... un
predatore dietro la roccia davanti alla quale si sta per passare.
Questa capacità immaginativa ce l'hanno -eccome! :-)) - tutte le creature da
un certo livello evolutivo in poi; per effetto/merito di essa ... nessun
gatto al quale è già capitato di "fare un cattivo incontro" passa più
disattento nello stesso posto: non si tratta "solo" di memoria, ma del fatto
che il gatto *sa immaginare* che in quel posto può esserci di nuovo ciò che
lo ha messo in difficoltà. Il gatto immagina ... nel senso che *vede
mentalmente* la cosa pericolosa ... e sta in guardia!
Ossia pre- vede. Nel senso (ovviamente) che gli basta vedere una parte
dell' immagine della cosa che lo ha messo in difficoltà una volta,
per "vedere di nuovo", con "gli occhi della mente", tutta la scena. E,
a quel punto, dirsi: "Stai attento, anche questa volta finirà come
quella volta in cui ti sei trovato in quella certa spiacevole
situazione".
Ho capito bene?
Ma, nel caso avvenisse quel che ho cercato di illustrare, perchè
alcuni gatti non capiscono, p. es. la pericolosità del fornello
acceso, e continuano a scottarsi per "pescare" dalla pentola messa
sullo stesso fornello?
E ancora: perchè quasi nessun gatto capisce quando è opportuno
togliersi dal mezzo di una strada per evitare di essere schiacciato
dalle auto in transito? Per di più, si comportano in modo cosi'
"imprudente" non solo gatti inesperti, ma anche gatti che già sono
stati investiti o che sono scampati "per miracolo".
E infine, mi è capitato di assistere varie volte a una scena che non
ho mai saputo spiegare. Parlo di gatti randagi di qualunque età.
Allora. C'era una coppia di fratellini di circa 2 mesi, con la madre.
La madre si allontana e lascia soli e incustoditi i 2 pargoli. Questi
si collocano ben in vista al centro di una strada poco trafficata. Un
pastore tedesco si avvicina. La madre non interviene (non so dove
fosse) e i due non si muovono (stratagemma dell' immobilità per farsi
credere morti dal predatore?). Il pastore tedesco, nondimeno, ne
azzanna uno e lo riduce in fin di vita.
Mentre lui agonizza, il fratello inizia a mangiarlo. La madre torna e
partecipa avidamente al pasto. Entrambi avevano mangiato molto pochi
minuti prima.
Perchè questo cannibalismo, non motivato nè dalla fame né (credo)
dall' istinto di eliminare dal territorio ciò che avrebbe potuto
attirare altri predatori? Infatti i randagi non si preoccupano affatto
di nascondere i residui di cibo.
Mi rendo conto, sono uscita dal tema, almeno in parte.
Ma tu avresti una spiegazione basata sul modo che i gatti hanno di
interpretare la realtà?
Grazie. : ))
Estate
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